Siriani in Turchia / Dal 2011 sono 4.000 le aziende fondate autonomamente da Siriani o in partnership con Turchi. E i numeri sono in aumento. 

Dal 2011 4.000 imprese a capitale siriano
Dal 2011 4.000 imprese a capitale siriano

Sono 4.000 le imprese aperte da Siriani autonomamente o in partnership con Turchi. I dati sono quelli dell’Unione delle Camere di Commercio (TOBB), secondo la quale nei primi tre mesi del 2016 sono state 1.600 le imprese siriane aperte nel paese della mezza luna di cui, nel solo mese di Aprile, sono state 155 sulle 403 registrate (38,5%). Solo in relazione al capitale sociale versato, le 4.000 imprese hanno portato nelle casse del paese circa 220 milioni di dollari. Ovviamente i dati si riferiscono alla sola economia emersa, ma si stima che quella sommersa possa moltiplicare queste cifre, sebbene non sia ancora possibile quantificarla.

L’Ufficio di Commercio della Siria, agenzia di consulenza che ha base a Mersin, stima che a partire dal 2011 siano arrivati in Turchia oltre 11 miliardi di dollari provenienti dalla Siria, in particolare nelle aree ad est del Paese, anche se la città con il maggior numero di imprese siriane, secondo Tepav – Fondazione per gli studi economici della Turchia – risulta essere Istanbul che oggi ospita più di 400.000 siriani.

La provincia a maggior sviluppo di imprese siriane è Gaziantep, dove se nel 2010 si registravano solamente tre aziende, nel 2015 queste sono salite a 600 tanto da spingere la locale Camera di Commercio ad avviare un desk dedicato alle imprese siriane per assicurare l’accesso ai servizi.

Sebbene ricoprano un ampio raggio di settori, le imprese siriane sono maggiormente concentrate nella ristorazione, costruzione, commercio, tessile, immobiliare, viaggi, trasporti e produzione di alimentari occupando una parte dei 400.000 siriani che lavorano in nero ma allo stesso tempo impiegando migliaia di lavoratori turchi.

Sul fronte del commercio estero, dopo un picco negativo nel 2012, i dati di export con la Siria tornano a salire ma cambiano completamente le dinamiche. Infatti, mentre nella Turchia occidentale le esportazioni continuano ad essere in calo, a tornare a livelli di pre crisi siriana sono le regioni a est, prima tra tutte proprio Gazientep. Secondo le analisi condotte da Tepav, infatti, questo sarebbe da imputare all’aumento del numero di imprese nelle zone confinanti. L’avvicinarsi ai confini, spiega Tepav, permette alle aziende di ridurre i costi di trasporto e, quindi, di essere maggiormente competitivi.

imprese-siriane-turchia-2014
Fonte: TOBB Direzione per l’Acesso all’informazione, Statistica Imprese Aperte/Chıuse Anno 2014

Siriani in Turchia: I racconti dei nuovi imprenditori

Il 50enne Remo Fouad è un pasticcere che ha lasciato Aleppo tre anni fa. A raccontarne la storia è il Financial Time, lo scorso 16 Maggio. Prima di giungere in Turchia provò la strada dell’Egitto e del Libano, bruciandosi i capitali che era riuscito a portar fuori dal suo paese. “In Egitto – dice Fouad a FT – non hanno soldi da spendere. In Libano ci trattavano male in quanto Siriani”. Oggi Fouad in Turchia, Fouad ha aperto il proprio laboratorio di produzione di dolci e da lavoro a 40 persone, ha due negozi e ne sta per aprire un terzo.

Mohamed Nizar Bitar era già un imprenditore in Siria, dove produceva ceramiche. E’ giunto in Turchia nel 2013 spendendo 30.000 dollari per portare la propria famiglia e i mille dollari che gli erano rimasti li ha utilizzati per aprire un ristorante di cucina Araba con consegna a domicilio. Oggi ha un franchise e impiega 330 persone e stima di aver investito da allora circa 2 milioni di dollari nell’acquisto di macchinari e proprietà.

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