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Come Izmir, siamo pronti per l’Unione Europea (Aziz Kocaoğlu)

Izmir è probabilmente la più occidentale delle città turche, sebbene sia meno cosmopolita se messa a confronto con Istanbul.

Nonostante l’entusiasmo della Turchia verso l’Europa si sia mediamente raffreddato ed i processi di integrazione abbiano subito una battuta d’arresto, lo sguardo della Perla dell’Egeo verso l’Unione sembra non essere mutato. Recentemente, infatti, il sindaco della Città Metropolitana, Aziz Kocaoğlu, si è augurato che “Izmir possa essere la città pilota nel processo di integrazione nell’Unione Europea“.

A tal proposito, proprio nella giornata odierna, si riunisce a Izmir il Gruppo di lavoro per la Turchia del Comitato dei Paesi dell’Unione Europea dove si discuterà di visti e di strategie di miglioramento delle collaborazioni e, tra dieci giorni, il sindaco Kocaoğlu si recherà a Bruxelles per tenere un discorso nella sede dell’Unione.

Un interesse che sembra essere corrisposto dagli stessi rappresentanti di Bruxelles, come dimostrato anche dall’assegnazione ad Izmir della Placca d’Onore, consegnata alla città lo scorso dicembre 2014, come riconoscimento delle attività di promozione volte a favorire l’integrazione verso l’Unione Europea. Fu proprio in quell’occasione che, per la prima volta, Kocaoğlu lanciò la proposta di Izmir come città Pilota per l’adesione della Turchia alla UE

La Turchia e l’Unione Europea, un rapporto ambivalente

Mentre Izmir sembra lanciata a tutta velocità verso l’integrazione con l’Europa, non si può dire lo stesso per quanto riguarda la Turchia nel suo insieme.

Un sondaggio promosso dalla stessa UE,  svolto tra il 16 e il27 Maggio, in cui si chiedeva se l’adesione alla Unione Europea fosse una “buona cosa”, “cattiva cosa”, “né buona né cattiva”, il 40% dei rispondenti hanno detto che era “una cattiva cosa”, mentre solo il 33% lo riteneva una buona cosa, in crescita del 5% rispetto a sei mesi prima. Ciò nonostante un 55% dei rispondenti aveva affermato che la Turchia potrebbe avere dei vantaggi dall’adesione; il 36% sosteneva che non avrebbe ottenuto alcun beneficio.

Il raffreddamento dell’entusiasmo è stato determinato da diversi fattori: da un lato la crisi economica che ha interessato il “vecchio continente” in un momento in cui la Turchia segnava crescite record; dall’altro la percezione da parte della popolazione di un continuo ostacolo da parte dell’Unione relativamente ai capitoli aperti che ha portato molti a vedere un non-interesse da parte di Bruxelles. Infatti dei 35 capitoli richiesti per l’accesso, solo 14 sono stati aperti mentre 17 sono rimasti bloccati, tra cui quello sulle politiche economiche e monetarie e quello sull’educazione e la cultura.

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Nonostante la discussione interna e i rallentamenti del processo di adesione, secondo le fonti della stessa Unione Europea, tra il 2014 eil 2020 la UE avrà stanziato 4,5 miliardi di euro di cui 1,9 solo nel triennio 2018-2020.

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